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di Adriana Mosca

presentiamo alcune poesie tratte da

Lo Specchio di Ippolita

Lo spiraglio

 

Ora so chi tu sei:

sei il sole di Platone

l'illuminazione del Buddha

il pensiero creativo che introduce

nel microcosmo dell'Io integrale

(la Magna Mater a immagine

e somiglianza di Dio).

 

Per questo quando per un attimo affiori

assurdamente ti fuggo

la tua pura libertà mi spaventa

tu così alta io così lontana

indegna di tanta luce.

Eppure tu sei dentro di me!

…Come, come è possibile?

Per la prima volta posso dire

ti amo.

Ti temo ancora, ma di meno,

nella misura in cui cresce l'amore.

 

Bruciami pure nel tuo vergine fuoco:

rinascerò anch'io

a immagine e somiglianza

di Dio.

 

Primavera ancora

 

Già la sento tornare di lontano.

Ha gli occhi di cielo e d'erba la seduttrice.

Ma questa volta

le tratterrò il lembo del mantello

odoroso di mammole.

Ho tante domande in serbo

da troppo tempo.

Resteremo sedute a conversare

e con voce di seta la pioggia

laverà i ricordi.

 

Yang

 

Quanto tempo nel castello di Atlante

finché sfiora il grembo la fredda falce

dell'ultima luna!

Ma tu sarai sempre con me

mio principio maschile.

Nel tuo nome ho sfidato i sapienti:

svelami i tuoi misteri orfici!

Aprimi alla conoscenza che crea l'azione

perché nuovo agire riplasmi

il mio destino.

 

Riflessione

 

Ho sempre amato uomini che sanno amarsi

riconoscendo la mia nascosta natura

ma li sentii vicini

nella consapevolezza del limite

venatura nel marmo.

Ascesa

 

Ti amo via di perfezione

che con voce di bianche colombe

mi parli:

non ti conosco

ma ti abbraccio

con l'intuizione.

 

Rinnovarsi

 

Non sei un ruminante: le cose passate

lasciale cadere…

il vuoto partorirà

ascenderai leggera

libera da putride ancore

dall'alto tutto si ricompone, acquista un senso

poi scompare

nella fresca nebbia

e la luce vergine

lo spazio irradiando rende puro

forte e sereno.

Aletheia

 

Al di là di complesse

filosofiche geometrie

lasciarti affiorare goderti

come dolce calore come soffio di brezza.

 

Magna Mater

 

Non cerco riforme ma rivoluzione.

Ciò che nessuno mai m'insegnò

lo lessi nel mio segreto specchio

che profuma di luna;

In fondo ai miei sogni tu vivi

splendida metropoli.

 

Per quante notti ti visitai

respirando il tuo cielo di libertà

senza riconoscere

che il tuo nome era il mio

e ad altri chiedendo

il permesso di vivere!

 

Esultanza regale

innocenza e pace

nel candore dei tuoi edifici

negli alberi frondosi

che accarezzano il cielo.

Le tue ampie strade

le tue acque, i ponti maestosi

sono il Sentiero della Vita.

 

Non lasciarmi più andare lontano

signora delle città

mia natura solare

gemma di miniera

in profonde viscere racchiusa.

 

Innamorarsi

 

Innamorarsi è l'euforia

di un bicchiere di troppo

la suggestione indotta

da un sorriso di troppo

è intuire se stessi negli occhi altrui.

Forse davvero non ne avrei più bisogno

se solo potessi ingannare

l'angelo dalla spada fiammeggiante

alle porte di Eden.

 

Come un fiore

 

Come un fiore dai pochi insetti

a lungo aperta rimasi alla speranza

nella selva che non conosce inverno

ascoltando la sinfonia del silenzio

nell'umidore delle notti equatoriali

la melodia di miele nell'oro del meriggio

raro dono, sosta tra lavacri perenni.

Ma ora la mia corolla è stanca

e chiudersi quasi vorrebbe

in fetale abbraccio.

Lascerò se così lo desidera

che questo fiore appassisca

e ad altro dia vita

la sempre giovane linfa.

 

Creata stagione di mezzo

 

Che cos'è preferibile

la notte artica

della rassegnazione

il sole sahariano

della passione vana

o la temperata quiete

la morbida luminosità

della speranza?

 

Ascesi della gioia

 

Per riappropriarmi della vita

dovrò imparare a camminare

da equilibrista

con i miei piedi di legno

(avete mai visto

una cassapanca volare?)

il canto modulare

come usignolo a primavera

con le mie corde vocali imbranate…

in fondo potrebbe anche essere

una divertente avventura.

 

Apertura

 

Spostarsi da una visione monolitica

è nausea capogiro vertigine

smarrimento improvviso

angoscia di ripida salita

riassestamento

d'ebbrezza brivido.

 

Calicanthus

 

I

Nascosta presenza

le nubi notturne profuma.

Possa anche in me scorgere

amabile segno di vita nuova.

 

II

Se avessi un giardino

vi pianterei un calicanthus

perché ad ogni inverno mi ricordi

che infinite strade ha la Vita.

 

Gestazione

 

È facile ricadere

nei vecchi schemi mentali

quando il nuovo non è ancora nato.

Nel corso di questa così lunga

gravidanza, imparo

che la felicità è condizione soggettiva.

 

È facile costruire

la gratificazione quotidiana

con la fantasia dei bimbi e degli artisti.

Ma seguire la propria stella polare

verso un approdo di realtà felice

è far tornare indietro

la ruota del destino.

 

Astinenza

 

Porto con me tanti sacchetti

per lo shopping

ma è sempre giorno di chiusura.

Mi compiaccio dell'astinenza

dalla fossa dei leoni

e dei serpenti

ma cerco ancora di graffiare

con unghie molli

l'acciaio della vita.

 

Sera

 

Anche a me piacerebbe rincasando

trovare qualcuno

ma ha sempre il cuore leggero

chi ha ritrovato se stesso.

 

Tesi e antitesi

 

Per chi alleva nel cuore un rampicante

che brama la parete dell'affetto

esprimere se stesso nella lotta

è quasi sempre far quadrare il cerchio.

 

Illuminazione

 

Avanzare nell'oscurità folta

&endash; sola compagna la luna &endash;

improvvisa la radura appare

ingemmata dall'alba.

 

 

Il Curriculum dell'autore lo trovi nella
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