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ASSOCIAZIONI CULTURALI
L'Antologia dell'Associazione culturale savonese ZACEM
Simona Bellone
 
Simona Bellone è nata a Roma il 28-04-1968 (Toro Ascendente Sagittario) e risiede dal 1982 a Millesimo (17017), in via Delfino 10/23, in provincia di Savona, e sempre caro ha il ricordo della sua Roma, della madre e della sorella perdute precocemente, ma sempre vive nel suo cuore.
È ragioniera e fondatrice nel 1997 dell'Ass.Culturale "Riofreddo Insieme", (sede a Murialdo-SV).
Organizza dal 1985 le feste tradizionali a Riofreddo di Murialdo, paese nativo del padre, e dal 1998 il concorso letterario: "Poetando alle pendici del monte Camulera" la cui premiazione è di consuetudine la 2ª domenica di Luglio di ogni anno, abbinata a mostre pittoriche, concerti e murale.
Scrive poesie (+ di 600) e racconti dal 1982 ed ha pubblicato un libro storico fotografico per scopi sociali: "Riofreddo, una piccola Inghilterra nel cuore dell'Alta Val Bormida"Ed.Le Stelle1998
libro: www.geocities.com/Broadway/Booth/1314/News.html Simona: http://pwhux.tin.it/bellones
Ha all'attivo numerosi premi letterari internazionali e le sue poesie ed i suoi racconti sono inseriti in varie antologie e pubblicati su alcune riviste culturali: ha in progetto la creazione di un nuovo libro dal titolo "Valbormida in versi colorati", abbinando la sua pittura alla sua poesia, opera dedicata ai 18 Comuni della Valbormida.
Si diletta anche in pittura su ogni tipo di base, in fotografia, in collage con vari composizioni di svariati materiali, in creazioni in miniatura con numerose tecniche,in collezionismo vario e canto.
È corrispondente di varie riviste locali e collaboratrice di iniziative culturali Valbormidesi:
Fondatrice e Presidente della neo Associazione Culturale con sede a Millesimo (Savona-I)
caARTEiv
Culturale Associazione Artisti Riuniti
per un Turismo in Esplorazione Incantevole
dalla Valbormida
"Abbazia antica"

"Abbazia antica"
 
Il cuore sobbalza fatiche,
rimbocca guanciali caldi,
echi di memorie antiche
frastuoni dai volti spavaldi.
Ritorna al remoto baluardo,
cogli con lo sguardo ogni stelo
un messaggio, anche se tardo,
ma al cuor prezioso Vangelo:
"Su quella sperduta vetta,
messaggeri di Gloria Divina…
eran d'un tempo di vedetta
dei cuori custodia sopraffina.
A scriver di tempo trascorso
rieccoli vagheggianti custodi,
riposar sul Sacro libro il dorso
di mani oneste a cantar lodi.
Quante buone pietanze,
misere porzioni di Pace
rieccheggian ancor nelle stanze
fumanti di preghiere e di brace.
 
File indiane di Carità
porger modeste mani Sante
operose di generosità
accarezzar liete il mendicante.
Da quelle virtuose mani
rivolte al futuro della vallata,
crebbero sani frutti quotidiani
ancor grati per la risanata.
Volle soggiornar Real minuta
tal giovine fanciulla devota
dalla Spagna su destrier venuta
accolta da Bontà a tutti nota."
S'ode dal fiume Bormida l'ebrezza,
ritrovata, smaltita dal tempo,
una nuova rocca di bellezza,
ricostruita, imponente al vento.
Vola gioioso cantor d'arte,
ritorna stanco di giravolta festosa,
ma porta la novella al viandante,
per riposar in un libreria gloriosa.
 
Scritta e donata nel 6/2001 da Simona Bellone per i restauri dell'Abbazia dei Fornelli
Pallare/Mallare/Bormida &endash; Savona &endash; Italia
 

 
"Pietre lucenti"
 
Quelle inferme stagioni
sono rinchiuse nelle sagome
di nere e friabili pietre di fiume or avide amiche,
che diedero speranze accese
a chi della valle ne respirò il fragore.
Vigili guardiane di quegli alberi ricurvi
che ben presto lasciarono i monti
promessi al mare per altri venti.
E da lontano vennero a scaldar di fuoco
quei lingotti scuri e a decimar montagne
di ciocchi neri fumanti di pensieri.
Ma di artigiane meraviglie fu il figlio di quegli arbusti,
nascer da mano esperta di grandi uomini robusti.
Qual bel tavolo corteggiato, da leggiadri echi di bambini
a sera era ricolmo stanco di manicaretti chiacchierini.
 
La poesia di Simona Bellone racchiude i mestieri antichi, tipici della Valbormida:
Miniera, Doghe, Ferro, Carbonaia, Segheria
(pubblicata sul libro storico "Riofreddo, una piccola Inghilterra nel cuore dell'Alta Val Bormida" di Simona Bellone &endash; Ed. Le Stelle &endash; Cengio - Savona &endash; 1998)
 

 
"Anime Erranti"
di
Simona Bellone
1996
 
by Simona Bellone productions Italia 1999
 
 
Un uomo a terra, assorto nei pensieri dei passanti, soleva abbassare il pensiero, per far propri i "sampietrini" che lo accoglievano, almeno essi, senza pietà, come un banale vicino di casa del "II piano". Ad un tratto, alzò le sopracciglia per lasciar intravedere che anche lui aveva uno sguardo, che anche lui aveva un'anima. Da tempo aveva tralasciato la propria esistenza fra le righe del racconto che gli altri sbadatamente cucivano sul suo vestito rattoppato dalle speranze vane. All'ennesimo sbadiglio distratto del suo ultimo "assassino", lasciò trapelare un brontolio fioco:
"Non é vero!" Sbalordito e curioso, quel passante che era davanti al suo corpo dolente, osò chiedere:
"Cosa,... scusi?!"
"Io, non sono "uno di quelli"!"
"Chi?... Io,... non ho detto niente!"
"Avevo ragione, allora...!"
"Di cosa?... Non capisco!"
"Lei pensa che io sia qui per rubare un po' di solidarietà e pietà... ma non é vero!"
"No, guardi che si sbaglia... Io, sono qui per caso... sto andando in redazione,... se proprio vuol saperlo!"
"Si,... me lo sentivo,... lei é uno di quelli che giudica sempre senza sapere quale sia la sua preda!"
"È proprio una mania di persecuzione la sua... È certo lì, esposto al pensiero di tutti... e proprio io devo fare da capro espiatorio delle sue colpe? Io,... anonimo fra gli anonimi?"
"Ecco, lei ha già giudicato... ha già emesso il suo verdetto... la sua amara indignazione verso chi si abbandona alla fine."
Ed accasciò lo sguardo borbottando.
"Certo,... qualcosa, anche la più sbagliata l'avrei certo fatta, se io fossi nei suoi panni, piuttosto che abbandonarmi allo stillicidio della morte per rassegnazione!... ma tanto lei... non sa nulla di me, di quelli come me,... é lei l'anonimo fra di noi!"
"Facile a dirsi. Lei ha proprio l'anima del "giornalista": invece di domandarsi la causa, analizza solo gli effetti per trarre sbagliate conclusioni!"
"Non offenda e mi lasci perdere... lei che crede tanto di conoscermi e mi fa perder tempo..."
"Ah,... tempo... lei ce n'ha ancora di tempo? Non l'ha già perso a giocare a "Briscola" o a "Bridge" con quelli della sua stoffa?"
"Ma, insomma, cosa vuole da me,... l'ho pagato con il mio onesto lavoro quest'abito!"
"Non voglio niente da lei! Niente! Solo indifferenza!... Odio la falsa pietà o la ridicola superiorità del suo sorriso di prima!"
"Cosa vuole, allora, che scriva un articolo su di lei?"
"No, grazie,... non ho bisogno d'altro!... Una piccola attenzione l'ho avuta da lei e mi basta!"
"E lei ha voluto fare solo "4" chiacchiere con me per un pugno di mosche? No, adesso lei deve parlare e dirmi che cosa ha tarpato le ali alla sua grinta d'uomo qualunque, perché io possa almeno conoscere chi é... "LEI"!"
"Io,... nessuno ora,... Un pugno di mosche,... ha parlato bene lei. Io ero "Qualcuno" al mio lavoro, ero il "Migliore" fra gli amici, l'"Unico" in famiglia, ed ora niente più. Sono uno tra la folla... da quando mi hanno rubato la serenità, la certezza di appartenere sano a questo mondo. Mi hanno bruciato il cuore ed io me ne sono andato. Ho lasciato tutto, perché nessuno pianga per me... lontano da chi possa riconoscermi per raggiungere sempre più disperatamente la mia fine. Cosa mi ha ferito? Saper di morire di cancro a soli "40" anni! Da allora sono solo trascorsi due mesi di attesa assillante e sono qui a palpare i miei sintomi con la mano del cuore, con la voce di quel poco di anima che mi é rimasta. E chissà... chi sta pensando a me, questo dolore soffocato accomuna il mio... Nulla lasciai scritto, perché nulla volevo dire per non appesantire questa sofferenza! Ed eccomi qui... No,... non faccia nulla per me... vedo che il suo sguardo cerca di capirmi, ma non può. Lei ha solo false lacrime per me. Pianga piuttosto per lei... che perde tempo con me,... invano!"
Un attimo di silenzio ruppe in commozione la voce quasi roca di quell'uomo abbandonato alla propria povera esistenza su quel misero pavimento levigato dal passaggio lieve di altre storie simili alla sua.
Anche il giornalista aveva perso tutta la sua grinta, la sua corazza d'uomo dei "Mass-media", ma il coraggio miscelato alla condivisione di quei fragili sentimenti e di quel sofferto sospiro di morte, lo spinse a parlare anche lui di se stesso:
"Anch'io,...- si schiarì la voce con un colpo di sommessa tosse, quasi per scandire i tratti del suo carattere schivo al dialogo di cose personali -Anch'io... sono nessuno ora..."
E l'uomo a terra alzò il viso perplesso, guardandolo fisso negli occhi per capire dalla sua espressione se era vero quello che sentiva dentro... con un po' di vergogna per aver assalito "uno come lui". Il giornalista posò una mano tremante sulla sua spalla, facendo capire quale fosse quel strano brivido che lasciava intravedere il luccichio dei suoi occhi,... e continuò così a dire:"... Anch'io sono alla fine!... come lei... ma forse i farmaci mi danno quel poco di forza per capire che morire ancora in vita é assurdo! Da sempre ho lottato per accaparrarmi "4" soldi di felicità e perché devo darla vinta a "4" molecole impazzite? Sono io matto più di loro per lottare e sconfiggere la morte! Arrivarci vivo... fino in fondo! No,... non condivido la sua scelta così... vigliacca, se posso dire! Io,... giornalista? Ormai solo di me stesso! E lei... un'egoista che soccombe senza saper dare un po' di conforto a chi credeva in lei, nei suoi ideali! Sto ultimando di scrivere circa la mia vita... Scrivo per me, per i miei affetti, perché nessuno un giorno possa dire che ero un debole! Io non ho voluto ferire nessuno per inseguire la fuga dal mondo! Ed adesso ho veramente pietà per lei, per la sua debole esistenza perduta."
Rammaricato, l'uomo a terra non seppe dire altro che un fragile:
"Scusi,... per me é troppo tardi... Non le chiedo nulla, preferisco morire adesso! Ora so per certo di essere un assassino della mia vita, anche senza rimpianti, e per quel poco che mi resta non avrò pace lo stesso! Spero di incontrarla, un giorno..."
"Anch'io... per raccontarle cosa lei ha perso fra le righe che ha creduto di leggere su di me, sul mio vestito a festa."
L'uomo a terra non perse più di vista quelle belle scarpe lucidate nere, che avevano il destino uguale al suo, fra i passi sconnessi della folla distratta. Pensava forse che quel mondo che aveva già perso prima del tempo a lui concesso, aveva voluto dargli una flebile "scossa di vita", prima di morire.
 
 
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16 settembre 2001